È di nuovo l’8 marzo!

È di nuovo marzo. È di nuovo l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna, e nonostante i tanti discorsi, le manifestazioni di piazza, le tante dichiarazioni e buoni propositi, pochi sono stati i passi avanti per sostenere le donne: il lavoro delle donne, la violenza che le donne subiscono. In altri paesi la rivoluzione silenziosa delle donne ha portato a risultati notevoli mentre in Italia stiamo ancora aspettando questo miglioramento.

Considerando che in media le giovani donne sono più istruite degli uomini, la percentuale di donne inserite nel mercato del lavoro continua ad esser più bassa di quella del resto dell’Europa. Uno dei motivi principali è dovuto al fatto che una donna su quattro esce dal mercato del lavoro alla nascita del primo figlio e, si deve considerare che, purtroppo, oltre la metà di queste uscite sono causate da interruzioni imposte dal datore di lavoro.
Ancora molto lontana è la rivoluzione all'interno della famiglia nella ripartizione dei tempi e dei compiti familiari tra uomini e donne, soprattutto per una mancanza degli uomini. Questo è causato anche dalla scarsità di servizi di cura, enormi problemi di conciliazione tra lavoro e maternità che impediscono la crescita dell'occupazione femminile.
La rivoluzione di genere nella politica è in parte cominciata anche se fatica a decollare: ancora oggi le istanze e le proposte di legge su parità e politiche sociali a beneficio delle donne hanno un cammino lento e faticoso. Oggi possiamo contare su un Consiglio dei Ministri, con metà donne e metà uomini ma a conferma del fatto che nel nostro Paese si fatica a riconoscere il ruolo delle donne possiamo rilevare come i mass media hanno dato risalto all’abbigliamento delle ministre, alle loro pettinature e non ai loro curricula.
Ma quando nasce la festa della Donna?
Le origini sembrano risalire al 1908, quando un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per protestare contro le condizioni in cui lavoravano. Dopo alcuni giorni di conflitto con le maestranze il proprietario l’8 marzo ha bloccato tutte le porte di uscita dello stabilimento. Quel giorno è scoppiato un incendio che uccise 129 di loro. Successivamente Rosa Luxemburg ha proposto l’8 marzo come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.  Questa però sembra essere una versione contestata da molti. In quanto, secondo alcuni, in realtà viene fatta confusione con un’altra tragedia verificatasi a New York il 25 marzo 1911 quando sono morti 146 lavoratori, per la maggior parte giovani donne immigrate dall’Europa, durante l’incendio della fabbrica Triangle. Altri sostengono invece che l’evento prendespunto dalla repressione della polizia in una manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi nella medesima città ben prima, cioè nel 1857. Nel 1917, sempre l’8 marzo, a San Pietroburgo, le donne hanno marciato lungo le strade per il «Pane per la Pace», chiedendo a gran voce la fine della guerra e manifestando per i propri diritti. Questo evento in Russia ha dato origine alla Rivoluzione di Febbraio, alla successiva destituzione dello zar e all’attribuzione del diritto di voto alle donne stesse.
Negli scontri violenti di questi giorni nella capitale Ucraina molte sono le donne in prima linea. Così come dal 2008 altre donne ucraine, le Femen, ci hanno abituato a manifestare in topless contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali. Le proteste in Spagna, sempre di queste settimane, contro "l'antiproyecto de ley" del ministro Alberto Ruiz-Gallardòn, presentato il 20 dicembre scorso, con cui si cancella e restringe fortemente il diritto alla scelta di interruzione volontaria di gravidanza, riconosciuto dal precedente governo Zapatero.
Il 13 febbraio 2011 il Movimento “Se non ora quando?” ha lanciato un appello per reagire al modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni. Oltre un milione di persone, donne e uomini insieme, si sono riversate nelle piazze di tutta Italia e di molti paesi del mondo, convocate al grido “Se non ora, quando?”, a cui hanno risposto: “Adesso!”.
A piccoli passi sono stati raggiunti degli obiettivi: dal 2010 il Parlamento ha approvato la legge sulla rappresentanza di genere nei cda pubblici,la doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative. oggi quando non ci sono donne in una sessione pubblica le persone se ne accorgono e la questione viene affrontata come un problema… Insomma, qualcosa è stato fatto ma molto ancora resta da fare !
La situazione attuale, fa riflettere molto La strada da percorrere è ancora molta. Buon 8 marzo a tutte e a tutti!
Mara Milanesio

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