10 ottobre: Giornata mondiale contro la pena di morte

Riporto un Articolo di Amnesty International:

"Il 10 ottobre, la Coalizione mondiale contro la pena di morte e gli abolizionisti di tutto il mondo celebrano il 10° anniversario della Giornata mondiale contro la pena di morte che, quest'anno, si focalizza sui successi e i progressi verso l'abolizione compiuti in 10 anni.
In questo decennio, diversi paesi hanno ridotto l'uso della pena di morte; alcuni hanno posto fine a condanne ed esecuzioni, confermandone l'intenzione  con la ratifica del Secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici volto all'abolizione della pena capitale e votando a favore delle risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono una moratoria sulle esecuzioni.
Dal 2002, 21 paesi hanno abolito la pena di morte per tutti i reati (Albania, Argentina, Armenia, Bhutan, Burundi, Isole Cook, Cipro, Gabon, Grecia, Kirghizistan, Lettonia, Messico, Montenegro, Filippine, Ruanda, Samoa, Senegal, Serbia, Togo, Turchia e Uzbekistan), di cui 17 paesi dalla prima Giornata mondiale contro la pena di morte, il 10 ottobre 2003. La tendenza mondiale continua ad andare verso la completa abolizione.
Rispetto al 2002, i paesi che eseguono condanne a morte sono diminuiti di più di un terzo: nel 2011, 21 paesi hanno registrato esecuzioni in confronto ai 31 paesi di 10 anni fa. All'epoca della prima Giornata contro la pena di morte, nel 2003, i paesi che avevano eseguito condanne a morte erano 28. Anche le condanne a morte sono diminuite, così come il numero di persone nel braccio della morte in alcuni paesi, a seguito di commutazioni di sentenze capitali.
Molti stati hanno ridotto l'applicazione della pena di morte come punizione inflitta ad alcune categorie di persone, inclusi i minori di 18 anni, le donne incinte, le persone che soffrono di malattia mentale e di ritardo mentale. Tali divieti sono in linea con le norme contenute nelle Salvaguardie a garanzia della protezione di coloro che affrontano una condanna a morte. Queste restrizioni riflettono le norme stabilite dagli altri organi di diritto internazionale e regionale e, negli ultimi 10 anni, molti paesi mantenitori hanno messo in atto queste garanzie.
Nonostante la progressiva restrizione della pena di morte, l'ultimo decennio ha visto anche la sua espansione in altre aree che destano preoccupazione:
  droga: in particolare, 32 paesi hanno ancora leggi che impongono la pena di morte per reati legati alla droga;
    terrorismo: alcuni paesi hanno adottato o emendato leggi che prevedono l'uso della pena di morte per alcuni atti di terrorismo, inclusi reati che non necessariamente hanno conseguenze letali. Spesso questi reati sono definiti in termini ampi e generici, quindi potrebbero essere applicati a una grande varietà di azioni;
    omosessualità: alcuni paesi, tra cui Liberia e Uganda, hanno cercato di avviare procedimenti legislativi per rendere punibile con la morte gli atti di omosessualità. Dopo le proteste internazionali, entrambi i governi hanno dichiarato che la pena di morte è stata rimossa dalle rispettive legislazioni nazionali.

Quest'anno sarà presentata una risoluzione per una moratoria sulle esecuzioni alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (15 dicembre).
 Dal 2007 la risoluzione della moratoria ha riscosso un sostegno crescente, in linea con la crescita della tendenza mondiale verso l'abolizione. I voti a favore della moratoria sono aumentati ogni anno, dai 104 del 2007, 106 nel 2008, fino ai 109 del 2010. I voti contrari sono diminuiti, 54 nel 2007, 46 nel 2008 e 41 nel 2010. Nel 2008, un cambiamento significativo è avvenuto nel mondo arabo. Nel 2010, un paese (l'Algeria, che ha anche co-sponsorizzato la risoluzione) ha votato a favore, 11 si sono astenuti o erano assenti durante il voto e solo nove hanno votato contro. Un risultato migliore del 2007, dove un solo paese della Lega Araba aveva votato a favore, sei si erano astenuti o erano assenti e 14 avevano votato contro.

Nell'ambito del voto sulla moratoria, l'obiettivo principale di Amnesty è:

    aumentare il numero dei voti a favore (nel 2010 sono stati 109);
    aumentare il numero di stati membri che passano dal voto contrario (41 voti nel 2010) all'astensione (35 nel 2010);
    aumentare il numero di stati membri co-promotori della risoluzione (90 nel 2010);
    garantire che il testo della risoluzione non sia indebolito rispetto a quello 2010 (risoluzione 65/206)."


Questo è il link all'articolo: 
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5953


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